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Illustrazione di Andrea Serio per Sciabbadai

PREMIO FERSEN 2023

SCIABbADai

Scritto e diretto da Gabriele Marcelli 

con
Luigi Pisani
Natale Russo
Jonah Marcelli 

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Sciabbadai è l'incontro di tre malinconie, un dramma saturnino sull'essere artisti, sull'essere ebrei, sull’essere sacerdoti, sull’essere innocenti. Un cantico della rabbia e della nostalgia per ciò che si è perso, ma anche della gioia e della fiducia nelle scelte che si compiono.
E della memoria che sopravvive solo quando viene trasmessa.

AUTUNNO 1943. Lino Colombo, un ebreo romano scampato al rastrellamento del 16 ottobre, fugge verso la campagna sperando di trovare riparo in una piccola chiesa che incontra lungo la strada. Non è un uomo comune: fino al 1938 è stato un celebre attore, cantante, cabarettista, interprete delle poesie di Trilussa. E proprio una di quelle poesie, "Sogni", costella coi suoi versi l'intero dramma: un uomo sogna ogni notte di ritrovarsi in un castello dove vedrà finalmente esauditi tutti i suoi desideri d'amore e d’amicizia, l'amicizia di chi possa capirlo, confortarlo e consigliarlo nella vita. Ora Lino Colombo è solo, la sua vita non vale più nulla, è braccato, spaurito, ossessionato dal ricordo del suo passato. All’interno della chiesetta incontra Don Mario, un bizzarro parroco che, dopo qualche ritrosìa, acconsentirà ad ospitarlo per una notte a patto che Lino reciti per lui un pezzo del suo repertorio. Lino fa anche la conoscenza di Gianni, un bambino di otto anni, timido, curioso, e non meno enigmatico. L’incontro con queste due anime dapprima insondabili, lo aiuterà a riscoprire una forza e un trasporto che credeva perduti per sempre. E a tornare di nuovo protagonista del proprio destino..

Lo spettacolo ha ricevuto il Patrocinio dell'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, della Comunità Ebraica di Roma e dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), e il plauso dell'ANPI.

Il 20 aprile 2023, il testo si è aggiudicato il PREMIO FERSEN
alla drammaturgia contemporanea italiana, presso il Piccolo Teatro di Milano.

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RIFERIMENTI STORICI

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  • Dal settembre 1938, la promulgazione di “leggi razziali” fasciste colpì 43.000 cittadini ebrei perché  ritenuti corpi estranei a una presunta razza italiana e nemici dell’Italia. Dalla capillarità delle norme  persecutorie non furono esclusi neanche agli artisti. Furono infatti vietate le rappresentazioni teatrali e musicali di autori, attori e cantanti ebrei, oltre all’eliminazione di testi di autori ebrei e la cancellazione delle targhe stradali dedicate a figure illustri.
  • La prima deportazione di 1022 italiani di fede ebraica verso il campo di sterminio di Auschwitz fu compiuta a Roma, a seguito del rastrellamento del 16 ottobre 1943. Un altro migliaio di ebrei fu scoperto e deportato durante i nove mesi dell’occupazione nazista di Roma, per opera delle polizie  italiana e tedesca. I fuggitivi poterono contare su una vasta rete di solidarietà: privati cittadini, ma anche istituti religiosi, orfanotrofi, parrocchie aprirono le loro porte ai rifugiati.
  • Grande fu il contributo che gli ebrei italiani dettero alla Resistenza: oltre mille si unirono come combattenti alle formazioni partigiane.
  • La zona dei Castelli Romani fu teatro di una una eroica guerriglia partigiana che ebbe come comandante Pino Levi Cavaglione, un ebreo genovese che guidò azioni di grandissima efficacia contro l'oppressione nazista. Una di queste, che è anche l'azione più eclatante della storia della resistenza italiana, è citata in “Sciabbadai”: si tratta dell'esplosione del Ponte delle Sette Luci sulla tratta ferroviaria Roma-Formia, che uccise più di 300 militari tedeschi, la notte del 22 dicembre 1943.

INTERPRETI

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Illustrazione di Andrea Calisi per Sciabbadai

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LUIGI PISANI è diplomato in Recitazione presso la Scuola “Teatro Azione” di Roma. Entrato nella Compagnia di Massimo Ranieri, recita nel suo “Riccardo III” e in tre commedie di Eduardo De Filippo andate in onda su RAI Uno, al fianco di Mariangela Melato e Monica Guerritore. A Teatro lavora assiduamente con i registi Giacomo Zito, Massimo Verdastro e Marco Filiberti. Debutta sul Grande Schermo nel 2010, nel ruolo di co-protagonista nel kolossal di Mario Martone sul Risorgimento italiano “Noi credevamo", con Toni Servillo e Luigi Lo Cascio. È interprete in diverse serie TV, tra cui "Gomorra 2 e 3", "Squadra antimafia 7", "Il clan dei Camorristi", “Viola come il mare”, “Mare Fuori 2”. Presta la sua voce in importanti produzioni straniere e film d’animazione Pixar.

NATALE RUSSO, è diplomato in Recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Nella sua quarantennale carriera, in teatro ha lavorato con maestri ed artisti del calibro di Orazio Costa, Tino Buazzelli, Gianrico Tedeschi, Maurizio Scaparro, Giorgio Albertazzi, Gigi Proietti, Glauco Mauri, Gabriele Lavia, Massimo Ranieri. Specializzato in Commedia dell’Arte, nel 1980 è sostituto di Ferruccio Soleri nello storico allestimento dell“Arlecchino servitore di due Padroni” per la regia di Giorgio Strehler. Al Cinema è in “E la nave va” di Federico Fellini, ne “Il viaggio della sposa” per la regia di Sergio Rubini, ne “Il Divo” di Paolo Sorrentino. È stato anche interprete in diverse produzioni TV, come “La Piovra”, “Ultimo”, “Distretto di Polizia”, “Squadra Antimafia”.

JONAH MARCELLI ha dieci anni ed è alla sua prima esperienza teatrale. Bilingue italiano/inglese, è un young reporter della FAO, suona la batteria ed è grande appassionato di rock, blues e musica tradizionale napoletana.

DICONO DI SCIABBADAI...

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“Un capolavoro...
emozione e bravura!”

“I due attori ‘meno giovani’ sono strepitosi. Il piccolo dona luce e tenerezza... La costruzione dei personaggi e delle loro storie è impeccabile e raccontata con leggere pennellate di pura poesia.”

“Stasera ho assistito alla replica di uno spettacolo che mi ha attanagliato il cuore, scritto e diretto in maniera sapiente da Gabriele Marcelli, interpretato da Luigi Pisani in stato di grazia, insieme a un toccante Natale Russo e dal piccolo Jonah Marcelli di una tenerezza e di un’immediatezza incredibili.Storia dolce e straziante, che rievoca la grande cinematografia di un Ettore Scola, su un periodo storico che ha straziato il nostro paese, una pièce di rara purezza per la quale il pubblico empatizza con commozione, una pagina di storia che rievoca i periodi più bui del nostro paese. Uno spettacolo che merita lunga tenitura e che ci auguriamo possa tornare sulle nostre scene quanto prima.”

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“Alla fine dello spettacolo per me la storia non si è conclusa lì, ha continuato a fiorirmi nel pensiero, attivando una sorta di memoria collettiva dentro al mio corpo… Non mi parlava solamente del passato, o di quanto sia importante mantenerlo vivo, ho avuto la meravigliosa sensazione che potesse agire anche nel presente, nella mia storia quotidiana, nella consapevolezza di quanto ognuno di noi possadeterminare il senso e la direzione delle proprie azioni, persino quando ci sembra che la vita cisottragga ogni risorsa, ogni forma di solidarietà e di bellezza, irrimediabilmente.”

“Emozionante e avvincente. E la speranza alla fine vince sempre”

“Sciabbadai, un gioiello meraviglioso! Il teatro è davvero l'unico rito che abbia la capacità di ri-consacrarci tutti, sempre, all'ascolto, alla delicatezza, all'accoglienza, al perdono, alla crescita, alla non-violenza, all'emozione, al sacrificio, alla gratitudine, alla ragione, alla possibilità e alla volontà di riconoscere noi stessi negli altri, e "Dio" come emanazione nobile di umanità, concretezza, purezza e pace. Uno spettacolo per tutti, scritto e diretto da Gabriele Marcelli, con tre attori straordinari, Luigi Pisani, Natale Russo, e il più piccolo ma grande Jonah Marcelli.”

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